Pechino, 14 apr. (Adnkronos/Ign) - Un fortissimo terremoto, di magnitudo 6,9, ha colpito la provincia nord occidentale cinese di Quinghai, al confine con il Tibet. Il drammatico bilancio delle vittime sale di ora in ora: le autorità cinesi paralno di almeno 400 morti e di 8.000 feriti. La violenta scossa è stata registrata alle 7:49 ora locale (l'1:49 in Italia). Numerosi gli edifici crollati. Le squadre di soccorso scavano senza sosta.
Le autorità temono che sotto le macerie vi siano molte persone ancora sepolte. Tra gli edifici crollati ci sono molte scuole - riporta la Cnn - e il sisma è avvenuto proprio mentre stavano iniziando le lezioni del mattino.
Secondo US Geological Survey (USGS) il sisma è stato appunto di magnitudo 6,9 della scala Richter, con l'epicentro nella prefettura di Yushu. Al 7,1 per i sismologici cinesi. Il terremoto ha interrotto le comunicazioni telefoniche della zona. E si stima che l'85% delle abitazioni a Jiegu, a circa 30 chilometri dall'epicentro, sono state distrutte.
"Le strade di Jiegu sono piene di persone nel panico, ferite, sanguinanti" riporta l'agenzia Xinhua citando Zhuohuaxia, giornalista locale della cittadina di circa 23mila abitanti, in maggioranza tibetani. "Molti studenti sono sepolti sotto le macerie di un istituto tecnico crollato", continua la testimonianza.
Crollata anche una scuola elementare di Jiegu: "stiamo scavando nelle macerie con le mani perché non abbiamo i macchinari adeguati" ha dichiarato un poliziotto che sta partecipando alle operazioni di soccorso. A provocare una così vasta distruzione anche il fatto che la maggior parte delle case hanno una struttura in legno. Nell'intera prefettura interessata dal sisma abitano 283mila persone.
Un'altra testimonianza. "La nostra comunità è stata praticamente rasa al suolo, stiamo portando avanti da soli le operazioni di soccorso con l'obiettivo primario di liberare chi è ancora sepolto sotto le macerie", ha detto Zha Xi, un funzionario della prefettura di Yushu, intervistato telefonicamente dalla Dpa, che spiega come dopo oltre otto ore dal fortissimo sisma che ha colpito la provincia nord occidentale cinese non sono ancora potuti arrivare i mezzi e le squadre di soccorso inviate dal governo di Pechino.
La strada che porta al più vicino aeroporto infatti è bloccata dalle distruzioni provocate dal terremoto: "stiamo cercando di aprire la strada che collega la città con l'aeroporto, che è l'unica via per ricevere aiuti" ha detto ancora Zha Xi spiegando che nella zona vi sono solo un centinaio di soldati che stanno portando avanti le operazioni di soccorso. "E' un numero insufficiente" ha aggiunto, spiegando però che si è riusciti a mettere in sicurezza una diga che era rimasta danneggiata.
La provincia di Qinghai, colpita oggi dal terremoto, è confinante con la provincia di Sichuan, dove un sisma di magnitudo 7,9 uccise 70mila persone nel maggio del 2008. Il terremoto fu avvertito fino a Pechino e Shangai, ma anche in Pakistan, Thailandia e Vietnam. Si è trattato del terremoto più forte e con il più alto numero di vittime avvenuto in Cina dal 1976, anno in cui il Terremoto di Tangshan uccise circa 250.000 persone.