FIORI PUTREFATTI E TOPI MORTI
Chissà dove giaceranno i nostri corpi esangui
Di certo inerti, insignificanti
Plasticamente nulli
Sicuramente madidi di un sudore aspro, glaciale
Ultimo frutto schizzato dai pori in quell'ennesimo sforzo
Saranno abbandonati
Gettati su prati in luoghi sperduti
Oppure ammassati in cumuli
Costretti ad un' incomoda intimità
Con volti lividi ed emaciati dalle copiose lacrime mai lesinate
Non scruteremo più lo spazio avvolgente
Infinitamente gelosi dell' instabile
Lasceremo ad altri non meno adatti
L' ufficio di reggere le nostre ombre
dragoncello
composta per coloro che sanno di dover presto morire